Bello il Po… si potesse vedere!

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Facile sintetizzare la seconda tappa in una singola parola: nebbia.

È stata la nostra fedele compagnia di viaggio e ci ha lasciato per solo un paio d’ore verso ora di pranzo.

Abbiamo imparato ad apprezzarla già in partenza, quando è stato sufficiente fermarsi dieci secondi per chiudere una borsa rimasta aperta per perdere Claudio e Daniele. Il tempo di alzare la testa e un muro bianco impenetrabile non lasciava nessuna traccia di dove avessero svoltato i compagni di viaggio.

Nella ricerca di ricongiungersi al gruppo i due inseguitori hanno preso una strada diversa che, per ironia della sorte, quando ci si è fermati perche era evidente che ci si era persi, distanziava gli uni dagli altri di meno di cento metri.

Inevitabile però tornare sui propri passi e perdere mezz’ora sulla tabella di marcia. Il percorso si è poi snodato alternando sinistra e destra Po. Nel lato sinistro strade asfaltate a traffico ridotto che richiedevano però, a causa della nebbia, la massima attenzione perché per un gruppo di trenta ciclisti ogni macchina in arrivo era un potenziale minaccia.

Il lato destro era invece completamente libero dalle auto, perché un argine sterrato pieno di buche è decisamente impraticabile per normali mezzi a motore.

Qui arriva il nostro guasto quotidiano. La catena del tandem di Alberto e Corina cede. Non semplice la riparazione perché la catena aveva delle maglie particolarmente grandi ma anche stavolta, dopo un paio di tentativi, la squadra di meccanici di RWU riesce a risolvere il problema.

Alla visione di una ciclabile asfaltata decidiamo senza alcun dubbio di lasciare momentaneamente la traccia originale e ci dirigiamo prima verso Suzzara e poi a Guastalla. Qui incrociamo la maglia gialla Flavio che ci aiuta a ricongiungerci con la nostra traccia originale, attraversando il Po e portandoci sulla riva sinistra del fiume in direzione di Viadana.

Anche questa volta abbiamo però perso dei pezzi, perché ci rendiamo conto di essere “solo” una ventina di persone. La nebbia si è nel frattempo alzata e abbiamo giusto il tempo di raccogliere i dispersi che vediamo venirci in contro la bandiere FIAB di Gianfranco, responsabile della nuova sede di Casalmaggiore, e il bandierone della pace di Paolo. Con loro altri due amici che ci scortano in bici fino alla sede degli Amici del Po di Casalmaggiore.

La pausa pranzo è l’occasione di sentire i racconti delle iniziative dell’associazione di impegno civile e ambientalista di Persone Ambiente e della FIAB locale. Come la “tangenziale dei bambini”, intervento di piccoli completamenti viabili di una sede pedonale già esistente che, supportata con una buona cartellonistica e comunicazione, ha valorizzato in modo intelligente un percorso esistente.

Ma c’è già Pier, il Presidente di FIAB Cremona che ci aspetta all’uscio per accompagnarci per la cinquantina di km che ci separano da Cremona.

Recuperiamo strada facendo altri membri di FIAB Cremona, tra cui Gianna che ci fa da guida e un arzillo ottantenne che pedala senza problemi alla nostra velocità e si lamenta solo delle buche in cui incappa con la sua mountain bike. La dimostrazione vivente che la bicicletta è un ottimo ausilio per la salute.

Dirigiamo senza indugi, con la nebbia che torna ad avvolgerci, verso Cremona. Lì ci aspetta Benito Fiori e il convegno che ha organizzato per accogliere la nostra tappa.

È anche l’occasione per condividere l’importante appello per la Cultura del clima lanciato, attraverso un video, da Grammenos Mastrojeni.

Per noi anche l’occasione di rivivere l’esperienza del viaggio Venezia-Parigi di RWU dell’anno scorso presentato con le immagini e la storia di Alberto.

Messi in archivio i circa 120 km di oggi, iniziamo ora a pensare ai 130 che ci aspettano domani per arrivare fino a Pavia.

1 Response

  1. michela says:

    Mi riempite di grandi emozioni. Nella fatica dei banchi nebbiosi il branco si ritrova comunque. Forza pedalatori. Vi abbraccio e condivido con voi castagne, patate americane e un buon rosso. Cin cin

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